Una fortunatissima espressione di Tertulliano definisce il Padre nostro «breviarum totius evangelii». Questa definizione, orientata all'origine verso il messaggio spirituale contenuto nella "preghiera del Signore", può ora, in un certo senso, essere applicata anche alla ricerca delle fonti o, più in generale, all'indagine critica degli scritti neotestamentari. Ogni uomo che prega, al di là della religione che professa, vive quotidianamente il pericolo della superficialità: tante parole, desiderio di finire presto, assenza delle intenzioni del cuore. La più antica e originale preghiera cristiana indica con chiarezza l'atteggiamento di chi prega e l'oggetto della preghiera, in modo liberante. Attraverso un prezioso commento teologico che prende in considerazione pure la nuova traduzione italiana recentemente adottata anche in ambito liturgico, Piero Stefani conduce il lettore a riappropriarsi del testo consegnatoci da Gesù a partire dalle sue radici ebraiche. L'autore riesce a spiegare in modo semplice il significato di ciò che si domanda nel Padre nostro: aumentando la consapevolezza della "richiesta", cresce infatti anche la sua efficacia.
Un piccolo libretto su uno dei nomi piu' diffusi in Italia.
"Evangelizzare ci porta anche ad appoggiare la nostra guancia sulla guancia di chi soffre"
«Grazie a questo libro, agile, ma denso di racconti di vita, si può conoscere l'opera di padre Pernet, dichiarato venerabile dal mio predecessore san Giovanni Paolo II nel 1983. È una storia fatta di volti, dedizione, gesti di carità, di pura gratuità. Una storia che non ha perso la sua freschezza e la sua attualità» – dalla prefazione di Papa Francesco
Con la commovente prefazione di papa Francesco – che riporta inediti e toccanti ricordi di infanzia – si racconta in questo libro l'avventura umana, spirituale e pastorale di padre Stefano Pernet, prete dei poveri, appartenente all'ordine religioso degli Agostiniani dell'Assunzione e fondatore della congregazione delle Piccole Suore dell'Assunzione. Nella Francia post rivoluzionaria di metà Ottocento, padre Pernet dedicò la vita a sostenere le famiglie più disagiate dei quartieri più degradati di Parigi. Un modello moderno di carità, che rifuggiva il proselitismo, ponendosi come unico obiettivo la condivisione del bisogno per testimoniare Cristo. La grande intuizione fu comprendere che la figura maschile del religioso non era adatta a portare conforto ai malati e ai moribondi delle famiglie operaie, i cui padri erano sovente mangiapreti lontani da Dio: «In questa situazione il prete, anche quando vuole portare sollievo spirituale a chi è ammalato, è visto come uno spauracchio, un messaggero di morte. D'altronde, che può fare se non confortare con le parole? Ma loro non vogliono sentire. Invece, delle Piccole Suore non hanno paura. Con il loro modo garbato di agire sono guardate con riconoscenza, si fidano di loro. Attraverso semplici gesti di pulizia, di medicazione, le suore predicano Gesù Cristo meglio di qualsiasi sermone».
Stefano, ragazzo irresoluto e fantasioso come tanti altri, al momento di scegliere che indirizzo dare alla propria vita, un po' sogna, un po' si lascia andare, assecondando le aspirazioni dei genitori che lo vorrebbero professore, o musicista, oppure ufficiale d'aviazione, o almeno carabiniere... E hanno già in mente il tipo di ragazza che fa per lui. Stefano, quarantenne, si accorge che di vita ne ha avuta solo una, e si trova a ripensare alle occasioni perdute di viverla in modo diverso: se a diciassette anni fosse partito per l'America, se avesse superato l'esame per diventare carabiniere, se avesse conseguito la laurea, se fosse diventato aviatore, se avesse sposato Angela, Chiara o Costanza....
Martin Heidegger è indubbiamente uno dei grandi pensatori del Novecento, a cui si riferiscono, approfondendone i temi o discutendoli, tanti filosofi della nostra epoca. Ma è anche una figura controversa, per alcune scelte, compiute nel corso della vita, che hanno comportato in molti un rigetto della sua riflessione. Oggi, dunque, è opportuno riconsiderare tale riflessione nelle sue articolazioni e alla luce della documentazione disponibile: allo scopo - come già suggeriva Gadamer - di tornare a "sillabare Heidegger". A tal fine, i capitoli del libro, redatti da alcuni dei maggiori studiosi dell'autore, presentano in maniera chiara ed esaustiva i principali argomenti della filosofia heideggeriana: dalla fenomenologia all'ermeneutica, dall'ontologia al "pensiero dell'Ereignis", dalle meditazioni sull'opera d'arte e sulla poesia a quelle sulla tecnica e sulle questioni d'impatto ecologico, fino al legame con il cristianesimo. Completano il volume un'aggiornata bibliografia e un indice esplicativo dei concetti usati da Heidegger nella sua ricerca.
Età di lettura: da 3 anni.
Età di lettura: da 3 anni.
Presunta morte naturale" è l'epitaffio di Stefano Cucchi, morto a Roma il 22 ottobre 2009 all'ospedale-carcere "Sandro Pertini". Una settimana prima era stato arrestato per spaccio: sette giorni nelle mani dello Stato, dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai magistrati ai medici di carcere e ospedale. La famiglia lo rivedrà dietro una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Ma lo Stato, dopo averla alzata, nasconde la mano, negando la propria responsabilità. Ne è prova la sentenza di primo grado del processo, che commina pene lievi ai medici, assolvendo i tre agenti di polizia penitenziaria imputati solo per lesioni. Il pestaggio, infatti, è riconosciuto ma resta "orfano". Un'inchiesta dalla parte dei "vinti" che minuto per minuto, attore per attore - recupera le testimonianze accantonate, le ragioni delle parti civili e depura i fatti da ogni omissione. Ma non solo: affronta temi quali l'"esercizio esclusivo della forza" da parte dello Stato, il reato di tortura, la legge Fini-Giovanardi sulle droghe. Prefazione di Luigi Manconi e Valentina Calderone. Testi di Ilaria e Giovanni Cucchi, Patrizio Gonnella (Antigone), Mauro Palma (giurista) e Lorenzo Guadagnucci (giornalista).